Di MIKRO Couture devo raccontarvi tutto dall’inizio,
non solo di come ho conosciuto Mirko (Frignani) ma anche e soprattutto di come Mirko é diventato MIKRO (Couture).
Poche parole in mezzo ad altre in una mail che mi invitava ad una presentazione durante l’ultima Milan Fashion Week: prima collezione, capi puliti e senza fronzoli, comodità, rosa carne, beige, nero, tasche.
Alla presentazione, per una strana concatenazione di circostanze, non sono riuscita ad andare ma é iniziato uno scambio di mail seguito da un incontro, durante il quale ho capito che non era un caso, doveva proprio andare così.
Così una giorno ho preso il tram e sono andata al MIKRO Lab.
Con Mirko ho trascorso l’intera mattina non solo a parlare di moda ma anche di caffè (e di vita) e siamo finiti a fare selfie, ridendo anche parecchio.
Con Mirko Frignani nel suo MIKRO Lab e indosso MC1,
il cappotto senza maniche in lana e cachemire A/I 2015
La sua moda é come lui: pacata e garbata ma nient’affatto scontata.
C.
Hai un modello? A cosa ti ispiri?
Mirko.
L’inizio, la base é mia madre e con lei tutte le donne che mi sono vicine. Non pensare alla loro immagine, però, ma ai concetti che vanno oltre fissandone alcune caratteristiche.
Prima di MIKRO, Mirko ha frequentato il Corso di Progettista di Abbigliamento e Moda finanziato da Max Mara, terminato il quale é entrato a far parte del Gruppo come Assistente Fashion Designer.
Non bastava, così Mirko si é specializzato a pieni voti in Fashion Design alla NABA, dove ha incontrato Martina Grasselli (avete presente Coliac? La mia intervista – di qualche anno – fa é qui!) con la quale ha collaborato a lungo.
Poi é arrivata MIKRO, maturata nel tempo e sbocciata con la prima, primissima capsule di pezzi unici lo scorso anno.
La primissima capsule,
che ha fatto sentire Mirko “finalmente libero di creare“,
é un mix di Giappone e tradizioni italiane che ruota intorno al concetto della “decontestualizzazione“, espresso alla perfezione dalle bellissime foto di Agnès Weber.
Per questa capsule Mirko ha creato, disegnato e cucito, “decontestualizzando” il pizzo delle tende da cucina o il jaquard da divano e farlo con questi risultati non é da tutti.
La prima collezione, quella “vera”, quella che ha presentato per la prossima stagione A/I, che ho provato, che mi é piaciuta tantissimo e di cui, ovviamente, scriverò nei prossimi mesi ha confermato la prima impressione: non perdiamolo d’occhio!
[photo credits: Agnès Weber – courtesy of: MIKRO Couture]