Lo so, non più di tre mesi fa avevo promesso solennemente che nulla più sull’argomento sarebbe venuto fuori dalla mia tastiera ma l’amore, si sa, è cieco.
Vintage non è solamente far rivivere nella quotidianità capi del passato mischiandoli con ciò che è attuale, esso in realtà nasce anche dal sovvertimento delle regole e dal rifiuto degli schemi imposti dalla moda-fenomeno sociale sviluppatosi a partire dal dopo-guerra (che hanno avuto il loro culmine durante gli anni 80 e 90) volendo, però, contemporaneamente tener ben salda e legata al presente la propria storia.Martin Margiela è un caso “scolastico” di vintage inteso come reinterpretazione di vecchi capi, sovvertimento delle regole e rifiuto degli schemi ma al tempo stesso conservazione della storia.
Una cosa è certa, poi, per la biografia di Martin Margiela vi rimando tout-court su Wikipedia, com’è certo anche che non sono una studiosa nè una professionista della moda, qui infatti vi parlo semplicemente di come vedo io Margiela da quando è nato, di quel che mi piace e del perchè si è preso per sempre un pezzo del mio cuore (modaiolo).
Partiamo col dire che la collezione che avvicina maggiormente Margiela al mio amato vintage è la linea di alta moda Artisanal, quella più estrema, dove è facile trovare abiti dal modello anni 50 realizzati con nastro isolante, abiti cuciti assemblando abiti da sposa vintage o fili di perle di bigiotteria vintage che uniti creano una giacca.
E’ l’uso dei capi vintage, artigianalmente riassemblati e trasformati in altro, che rende i capi della collezione unici.
Margiela parte dal pezzo vintage, dalla storia quindi, per poi modificarlo e scomporlo fino a distruggerlo per creare altro rompendo le regole e con la storia stessa ma tenendosi allo stesso tempo saldamente legato a quest’ultima.
Se non è spirito vintage questo.
Poi, sempre per la memoria storica, c’è la linea Replica, inserita nel 2003 per la donna e nell’anno successivo per l’uomo, che riproduce fedelmente abiti di seconda mano di diverse epoche, corredati da un’etichetta aggiuntiva che ne descrive esattamente lo stile, il luogo e l’epoca di provenienza.
Riciclo, recupero, storia e rottura con la storia, conoscenza delle regole ma negazione delle stesse, ecco perchè amo MMM.
Amica, ora capisco quando mi hai detto: "Credo che dopo il post, inizierai ad amarlo". Ecco, amarlo forse no: c'è troppo concettualismo forse e la rottura delle regole è troppo per me, che sono "medievale" nel midollo. Ma ovviamente, per infrangere le regole, le regole stesse vanno necessariamente conosciute a fondo, e qui sta, secondo me, la grandezza di MMM. Quindi tutto diventa, anche ai miei occhi, estremamente affascinante.
Interessantissima l'etichetta, interessante l'uso di meteriali (in senso lato) "riciclati", interessanti le collezioni più facili, delle quali non conoscevo affatto l'esistenza: non si finisce mai di imparare!
Grazie per l'enorme lavoro che hai fatto e che hai voluto convividere con noi.
interessantissimo questo articolo…io ammetto che non conoscevo affatto la Maison prima della collaborazione ma essermene completamente innamorata dopo essermi informata a riguardo…davvero interessante!
bellissimo questo post
adesso capisco perchè lo ami, anche se ammetto candidamente che non lo conoscevo affatto, se non per aver visto la capsule di H&M!
baci
Post fantastico, un vero tributo a MMM ;)))
http://www.lostinunderwear.blogspot.it
Tesora questo post è strepitoso!
Hai fatto una ricerca pazzesca delle immagini di archivio!
Come tu sai il mio amore incondizionato va ad un altro belga di Anversa ed è altrettanto fatale ed appassionato del tuo per MMM!
Baci cara e buone vacanze pasquali :-***
Post bellissimo, sia per le amanti della maison che per chi lo sta scoprendo ora, non ho potuto fare a meno di condividerlo su fb, Clarissa!
Gran post!! Bello per l'informazione e stupendo per l'amore che traspare!
Molto interessante Clarissa! Grazie per questo post:)